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Lo stress è uno strumento che la natura ha sviluppato negli animali che permette di aumentare le probabilità di sopravvivenza in situazioni di pericolo. In gergo tecnico, viene definito ‘’Risposta Lotta o Fuga’’ (Fight or Flight Response – FFR). Il funzionamento è pressoché questo: immaginiamo di essere degli uomini primitivi e di trovarci di fronte ad una belva feroce nel mezzo della foresta, il nostro cervello reagisce al pericolo e decide di preparare il nostro corpo dandogli il maggior numero di risorse e strumenti possibili per garantirgli la sopravvivenza. Rilascia quindi nel sangue delle sostanze (catecolamine), ormoni come l’adrenalina che immediatamente ci stimolano ad essere pronti a fuggire o attaccare. Il cuore accelera i battiti per ossigenare i muscoli, aumenta il ritmo respiratorio, il tono muscolare si alza. Il sangue viene reindirizzato dalla cute e dagli organi interni a favore della muscolatura. Aumenta anche la pressione del sangue e si riduce la coagulazione del sangue (strumento di protezione per ridurre le perdite di sangue in caso di ferite nel combattimento). Una particolarità è l’aumento dell’attività intestinale, il corpo cerca di liberarsi di tutto quello che potrebbe ridurre le nostre speranze di fuggire dal pericolo, compreso il contenuto del nostro intestino. 

Sembra quindi uno strumento molto efficace per aumentare le nostre chance di salvarci ed in effetti il nostro corpo è una macchina estremamente affascinante. 

Il problema nasce se prendiamo il nostro uomo preistorico e lo trapiantiamo nel mondo di oggi; il nostro sistema FFR è sempre attivo, ma la realtà che ci circonda è ben diversa. Difficilmente ci troveremo a dover combattere o lottare contro bestie feroci, ma il nostro corpo viene comunque stimolato ad attivare questo sistema in situazione rilevate come stressor potenziali o ‘’pericoli’’. Nel mondo di oggi questi stressor sono le scadenze di lavoro, il capo che ci tartassa, il collega che ci tormenta, le incombenze burocratiche, le tasse e i problemi famigliari. Tutte queste vengono rilevate come fonti di minaccia, meno concrete di un orso, ma continue e martellanti a cui la società (chiaramente) non ci permette di dar sfogo. Ad esempio non possiamo decidere di attaccare il collega di turno o fuggire dall’ufficio di corsa, ma sopportiamo il tutto senza reagire, ma con all’interno un sistema che lavora aumentando la tensione muscolare, la pressione sanguigna, i battiti del cuore, la coagulazione e ahi noi il transito intestinale, riducendo invece la funzionalità degli organi interni; da qui difficoltà digestive, emicranie tensive e tensioni muscolari protratte nel tempo. Secondo alcune teorie questo meccanismo sarebbe alla base dello sviluppo di problematiche come l’ulcera gastrica e l’ipertensione. Un’altro effetto negativo è la riduzione del sistema immunitario causata dal cortisolo, altro ormone dello stress.