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Molto spesso sentiamo parlare di piede piatto e di come possa essere la causa di tutti i nostri mali. Dolore al ginocchio, mal di schiena e svariate altre situazioni dolorose.

Esiste veramente questa correlazione?
I plantari possono risolvere questo problema?


In base agli studi degli ultimi anni (non solamente uno, ma differenti ricerche condotte da svariati ricercatori) si è visto come non esista, dati alla mano, una correlazione tra piede piatto e infortunio. In effetti non vi è nemmeno un accordo in letteratura scientifica, e pertanto nemmeno in clinica, su quando un piede debba essere considerato piatto.

Ipotizziamo, comunque, di avere la certezza di essere in presenza di un un piede piatto ‘’vero’’.
Se prendiamo in considerazione l’utilizzo di un ortesi plantare, sappiamo che l’utilizzo di un sostegno plantare agisce modificando l’appoggio del piede e quindi i punti di pressione su cui il piede appoggia. Questo però non influenza necessariamente la posizione e gli angoli della caviglia durante il movimento. In effetti il piede può trovarsi in situazioni differenti, sottoposto a forze che agiscono su di esso molto diverse, ma mantenere sempre la stessa posizione di riferimento.

Perciò l’utilizzo di un plantare ha senso se la sua funzione è quella di creare zone di scarico su tessuti dolenti e permettere a quest’ultimi di guarire; se, invece, prevediamo un utilizzo prolungato nel tempo, il fatto di proteggere in modo continuativo il piede porterà ad un ulteriore indebolimento delle mie strutture, rendendomi più suscettibile a futuri infortuni.

Il concetto è lo stesso dell’allenamento, se il mio corpo viene abituato in modo graduale ad un certo tipo di stress o attività, le mie strutture si adattano e si abituano a quel determinato stress; al contrario, se lo proteggo e non stimolo mai una determinata struttura o tessuto, quest’ultimo si disadatterà e renderà il tessuto più debole. Perciò dovremmo considerare il plantare come un tutore o un ausilio che ci permette di proteggere una zona da un carico o modificare momentaneamente la distribuzione delle forze. Quando il suo scopo sarà finito non ha senso protrarne l’utilizzo per tutta la vita. Sappiamo infatti che se vogliamo migliorare la forza del nostro piede, in modo che sostenga meglio la nostra volta plantare, dobbiamo farlo attraverso degli esercizi e non con un con sostegno rigido al di sotto.

Concludendo possiamo affermare che l’utilizzo di un plantare in dinamica, durante il movimento o l’esercizio fisico, non va a modificare il mio ‘’piede piatto’’, oltre al fatto che il mio ‘’piede piatto’’ non è detto che sia un reale problema da ‘’curare’’. In questi casi conviene lavorare sul rinforzo delle strutture del piede e rispettare i tempi di adattamento del nostro corpo.

FisioRehab – dott. Simone Muggianu